Lesione Adduttore lungo: quando e come e´ necessario l'intervento chirurgico?

Daniel

Salve a tutti, Mi chiamo Daniel, 41 Anni, Sportivo (non per professione, ma agonista) Ho riportato durante una intensa attività sportiva (Tennis) una lesione all'adduttore lungo.. Tramite risonanza magnetica appare esserci una recisione del tendine (all'altezza dell'anca) di circa 3,3cm. Il mio Ortopedico mi ha anticipato che "in teoria" fino a 2cm si tende a non operare, ma che l'operazione in se è abbastanza invasiva e non sempre risolve il problema. Sto seguendo una fase di riposo di 4 settimane (lontano da sforzi intensi) per poi eseguire ulteriori controlli e quindi riabilitazione. qual è la vostra opinione riguardo a un intervento chirurgico? Ha senso operare? O data l'entità del danno e consigliabile un approccio conservativo? Nelle 4 settimane prescritte di riposo posso comunque camminare, passeggiare (senza sforzare) in modo da attivare la circolazione del muscoli circostanti o è più consigliabile un riposo totale? Vi ringrazio in anticipo per la vostra Opinione/consulto.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Bgiorno se il tennis non è la sua professione aspetterei. Inoltre le consiglio di consultare un altro ortopedico ed un fisio dello sport

Salve, grazie della specifica dettagliata sintesi anamnestica, vorrei visitarla e farle sia dei test che esami diagnostici. Mi contatti telefonicamente

Dott. Enricomaria Mattia

Dott. Enricomaria Mattia

Caserta

Il Dott. Enricomaria Mattia offre consulenza di fisioterapia anche online

Buongiorno, il mio consiglio è di non operare perché nel tempo gli altri adduttori compensano quello lesionato. Consiglio un periodo di riposo più lungo, 3 mesi. Dopo il primo mese si può a dare in piscina per un nuoto moderato, evitare la rana. Per accelerare la guarigione della lesione applicazioni di laser e ultrasuono a basso dosaggio, auguri 

Da fisioterapista ed ex atleta agonista le dico che sarebbe sempre meglio tentare un primo approccio conservativo con le varie metodiche, sia manuali che con l'ausilio di elettromedicali, laser e tecar principalmente. A quel punto capire, tornando PROGRESSIVAMENTE a caricare, quanto sia il dolore residuo e/o l'impossibilità di andare oltre una certa soglia di carico (intendo dire, magari per un non sportivo la soglia è più bassa rispetto a uno sportivo, seppure non professionista). Se così fosse, pensare all'intervento coadiuvandosi con l'ortopedico. In ogni caso, la fisioterapia è prevista anche come preparazione a un eventuale intervento, quindi certamente non le farà male... Nel caso fosse su Roma, mi contatti tranquillamente. Prima valutazione gratuita.

Saluti

Il riposo non è la terapia migliore bensì occorre iniziare con un intervento fisioterapico mirato a rinforzare il muscolo lesionato. 4 settimane di riposo attivo sono troppe. L'ortopedico deve decidere se operare si o no. Se no si inizia con il trattamento fisioterapico che non consiste in fisioterapia passiva tipo tecarterapia bensì con fisioterapia attiva. Rivolgiti a fisioterapisti esperti di riabilitazione sportiva . Meglio ancora se ha un master in fisioterapia dello sport o ha il titolo spt ( sport physical therapist)

Angela Scariato, fisioterapista, ompt, spt

Fisiosport

Pavia 

Caro Daniel,

Capisco la tua preoccupazione riguardo alla lesione dell'adduttore lungo. È una situazione che richiede un'attenta valutazione e un approccio personalizzato.

Intervento chirurgico per lesione dell'adduttore lungo:

La decisione di operare o meno una lesione del tendine dell'adduttore lungo dipende da diversi fattori:

  • Entità della lesione: Come hai giustamente sottolineato, lesioni inferiori ai 2 cm vengono spesso trattate in modo conservativo. Tuttavia, la soglia di 2 cm non è un valore assoluto e possono esserci eccezioni.
  • Età e attività fisica: Atleti giovani e molto attivi possono beneficiare di un intervento chirurgico per un recupero più rapido e completo.
  • Qualità del tessuto tendineo: Se la lesione è molto frammentata o se ci sono altri fattori che compromettono la guarigione spontanea, l'intervento chirurgico potrebbe essere più indicato.
  • Aspettative del paziente: È fondamentale che tu sia consapevole dei rischi e dei benefici di entrambi gli approcci e che tu possa esprimere le tue preferenze.

Vantaggi dell'intervento chirurgico:

  • Recupero più rapido: In alcuni casi, l'intervento chirurgico può accelerare i tempi di recupero, soprattutto per gli atleti di alto livello.
  • Minor rischio di recidiva: La sutura del tendine può ridurre il rischio di una nuova rottura.
  • Migliore risultato funzionale a lungo termine: In alcuni casi, l'intervento chirurgico può portare a un recupero più completo della forza e della funzione muscolare.

Svantaggi dell'intervento chirurgico:

  • Rischi dell'intervento: Come ogni intervento chirurgico, comporta dei rischi, come infezioni, trombosi o danni ai nervi.
  • Tempo di recupero più lungo: Anche se l'intervento può accelerare il recupero, la riabilitazione post-operatoria è comunque lunga e impegnativa.
  • Non sempre risolutivo: Anche con l'intervento chirurgico, non è garantito un recupero completo.

Approccio conservativo:

L'approccio conservativo prevede un periodo di riposo assoluto seguito da una riabilitazione graduale. Questo approccio può essere efficace per lesioni di piccole dimensioni e in pazienti che non praticano attività sportive ad alto impatto.

Le 4 settimane di riposo:

Le 4 settimane di riposo prescritte dal tuo ortopedico sono fondamentali per permettere al tendine di iniziare il processo di riparazione. Durante questo periodo è consigliabile:

  • Evitare attività che causano dolore: Non forzare il muscolo.
  • Camminare a passo lento: La deambulazione leggera aiuta a mantenere la circolazione e previene la formazione di trombi.
  • Esercizi leggeri: Puoi eseguire esercizi di mobilizzazione dell'anca e del ginocchio per mantenere la mobilità delle articolazioni vicine.

Cosa fare dopo le 4 settimane:

Dopo le 4 settimane di riposo, è fondamentale iniziare un percorso di riabilitazione con un fisioterapista esperto. Il fisioterapista ti guiderà in un programma di esercizi specifici per rinforzare il muscolo e ripristinare la funzione dell'articolazione.

La mia opinione:

La decisione di operare o meno è una scelta molto importante che va presa insieme al tuo ortopedico e al fisioterapista. Ti consiglio di richiedere un secondo parere e di valutare attentamente tutti i pro e i contro di entrambi gli approcci.

Cosa fare ora:

  • Consulta un fisioterapista: Un fisioterapista può valutare la tua condizione e fornirti un programma di riabilitazione personalizzato.
  • Chiedi un secondo parere: Non esitare a chiedere un secondo parere a un altro specialista.
  • Informati bene: Cerca tutte le informazioni possibili sull'intervento chirurgico e sulla riabilitazione.
  • Parla con altri pazienti: Condividere le tue esperienze con altre persone che hanno affrontato lo stesso problema può essere molto utile.

Ricorda: la scelta migliore è quella che ti permette di tornare a svolgere le tue attività preferite nel modo più completo possibile.

Spero che queste informazioni ti siano utili. In bocca al lupo!

Dott. Marco Paonessa
Fisioterapista - Osteopata