Lo strappo muscolare: sintomi, rimedi e come curare

Staff Fisioterapia Online

Lo strappo muscolare, o distrazione muscolare nel linguaggio medico, consiste in una lesione, piuttosto severa, di alcune fibre che vanno a costituire il muscolo.

Molto spesso si tende a confondere lo strappo muscolare con lo stiramento muscolare (elongazione, in termini tecnici). Nell'elongazione le fibre muscolari, a causa di alcuni movimenti bruschi ed improvvisi, tendono a stirarsi, quindi ad allungarsi più del dovuto, provocando una sensazione dolorosa; nel caso di uno strappo, le fibre subiscono delle trazioni talmente violente da provocarne la rottura.

In cosa consiste, più precisamente, questa affezione muscolare? Quali sono i sintomi correlati? Esistono dei rimedi e delle cure da contrapporre allo strappo muscolare? Per poter rispondere in maniera chiara ed esaustiva a tutte queste domande, abbiamo preparato questa guida, con l'obiettivo di accompagnarti, passo dopo passo, verso una completa conoscenza dell'argomento trattato.

Strappo muscolare: definizione e cause scatenanti

Le lesioni che possono causare uno strappo muscolare, determinando una rottura delle fibre muscolari, sono generalmente riconducibili all'attività sportiva. Infatti, negli sport in cui è necessario compiere contrazioni rapide e vigorose (ad esempio nel sollevamento pesi, nel calcio, nelle gare di sprint, nel baseball...), i muscoli possono subire delle sollecitazioni in grado di danneggiarne la struttura. Ma quali sono i principali motivi per cui ciò accade? Molto spesso, lo scarso allenamento o la mancanza di riscaldamento muscolare, possono predisporre ad uno strappo; in pratica, in tali condizioni, le fibre non sono pronte per sostenere degli sforzi rapidi e violenti ed, essendo impreparate al lavoro di contrazione, possono danneggiarsi.

Lo strappo può coinvolgere qualsiasi muscolo del corpo ma, per diverse ragioni, si verifica più frequentemente negli arti. Chiaramente, tutto è da collegare al tipo di attività svolta; un calciatore, ad esempio, potrà incappare più facilmente nello strappo di un flessore o di un adduttore, mentre un culturista potrebbe subire una lesione al grande pettorale o al deltoide.

La severità della lesione viene classificata tenendo conto del numero di fibre coinvolte (considera che ogni muscolo è formato da diverse migliaia di fibre); sulla base di questo principio, si distinguono:

  • lesioni di primo grado: il danno coinvolge meno del 5% delle fibre del muscolo e si avverte un leggero fastidio che tende ad aumentare quando si contrae il muscolo. Generalmente, queste lesioni non determinano un calo della della forza o della funzionalità;
  • lesioni di secondo grado: si manifestano attraverso un dolore acuto e vanno a coinvolgere una quantità di fibre molto più elevata. Il dolore, simile ad una fitta, aumenta quando si va a contrarre il muscolo lesionato. La qualità dei movimenti subisce un calo abbastanza evidente;
  • lesioni di terzo grado: riguardano gli strappi più gravi. Quando si verificano, più del 75% delle fibre muscolari vengono coinvolte, determinando una vera e propria lacerazione. Il dolore è molto intenso e causa una interruzione istantanea del movimento. Dunque, si va incontro ad una vera e propria impotenza funzionale.

Sintomi dello strappo muscolare

Il sintomo principale provocato dallo strappo muscolare è il dolore. La sua entità, tuttavia, è in stretta dipendenza con il numero di fibre danneggiate. Inoltre, sollecitare il muscolo dopo il trauma, può inasprire il dolore, rendendolo man mano più intenso. Altri sintomi che si possono notare sono il gonfiore e l'accumulo di liquidi (edema, in medicina) a livello del muscolo interessato; nelle lesioni più gravi vi è l'impossibilità di compiere il movimento.

Inoltre, va osservato che i vasi sanguigni formano una vera e propria rete all'interno dei muscoli, al fine di nutrirli costantemente e di sostentarli durante il lavoro di contrazione. Quando si verifica uno strappo, è molto probabile che alcuni di questi vasi sanguigni possano rompersi, provocando degli ematomi. Inoltre, la presenza di liquidi e di sangue, contribuisce ad acuire la sensazione di torpore e di dolore.

Cosa fare nel caso di uno strappo muscolare

Nel caso in cui si avvertisse un dolore acuto, a seguito di un movimento, è necessario sospendere immediatamente l'attività sportiva e, per limitare i danni, procedere con l'immobilizzazione della zona colpita. Qualora lo strappo fosse di primo grado, tecnicamente, si potrebbe continuare a svolgere l'attività motoria ma, onde evitare delle ripercussioni più severe, sarebbe consigliabile, anche in questo caso, la sospensione immediata. Una volta interrotta la pratica sportiva, sarà necessario:

  • posizionare l'arto sofferente in una posizione rialzata, in modo tale da facilitarne il rilassamento;
  • applicare un impacco freddo (ghiaccio o spray) al fine di provocare una vasocostrizione dei vasi sanguigni e ridurre la fuoriuscita di sangue, responsabile della comparsa degli ematomi;
  • rimuovere qualsiasi forma di calore ed evitare massaggi o pomate (altrimenti si stimolerebbe la vasodilatazione che, in questo caso, peggiora le condizioni).

Rimedi e tempi di recupero

Anche in questo caso, tutto dipende dalla gravità della lesione. Lesioni di primo grado possono risolversi, seguendo un periodo di riposo accompagnato dall'assunzione di antinfiammatori e miorilassanti, nel giro di 1 o 2 settimane.

Per le lesioni di secondo grado le tempistiche si diradano; prima di riprendere l'attività sportiva, sarà necessario compiere un percorso di riabilitazione fisioterapica, non inferiore ai 30 giorni. Infine, nei casi più gravi, sarà necessaria una valutazione medica poiché, in alcuni casi, si potrebbe aver bisogno di un intervento chirurgico.

Esiste il modo di prevenire uno strappo muscolare?

Come si è visto, i rimedi contro gli strappi muscolari si riducono per lo più al riposo e alle valutazioni medico-fisioterapiche. Quindi, ci si potrebbe chiedere: è possibile prevenire uno strappo muscolare? Purtroppo, non esistono delle misure preventive in grado di scacciare al 100% questo tipo di infortunio ma, applicando degli accorgimenti strategici, se ne può ridurre il rischio annesso.

Ad esempio, tutte le volte che si sta per svolgere un'attività fisica, è necessario dedicare 10-15 minuti al riscaldamento muscolare. Stretching, yoga o attività aerobiche a bassa frequenza, preparano le fibre muscolari al lavoro di contrazione, attivando correttamente i vasi sanguigni. Infine, è giusto dare anche spazio al ruolo, sempre più importante, rivestito dall'abbigliamento sportivo; soprattutto d'inverno, ricorrere all'uso di tessuti tecnici (come le maglie termiche o gli scaldamuscoli), può mantenere al caldo le fibre muscolari, aiutandole ad affrontare meglio l'attività di contrazione.

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