La scarpa da corsa è uno strumento che ha un duplice funzione:
- avvolge il piede e lo protegge dalle asperità del terreno
- influenza la modalità di appoggio
Risulta, quindi, fondamentale scegliere un scarpa da running che faciliti il corretto contatto piede-terreno.
Correre barefoot, cioè scalzi,induce automaticamente un contatto che sarà di meso-avampiende per sfruttare la naturale capacità del piede di ammortizzare il carico e facilitare la seguente fase di spinta. Provare in questa condizione a correre ricercando un appoggio con il tallone sarebbe un esperimento fastidioso e fallimentare, in quanto il retropiede non un presenta strutture atte ad ammortizzare l’impatto con il terreno.
In linea generale, una scarpa leggera e flessibile (minimalista) stimola un appoggio naturale con la parte anteriore del piede, mentre una scarpa rigida e ammortizzata (massimalista) tende ad indurre un appoggio con il tallone. Va specificato che questo non significa che le scarpe tradizionali, massimaliste, non devono essere utilizzate; esistono delle situazioni in cui è opportuno prenderle in considerazione.
Tenendo presente quanto scritto, vediamo ora su quali parametri basare la scelta della giusta scarpa da corsa, considerando le informazioni fornite dalla letteratura scientifica:
- l’età: minore è l’età del runner più sono consigliate scarpe minimaliste, semplici e leggere
- il comfort: la scarpa deve calzare comodamente senza punti di pressione
- le caratteristiche del piede: forma, lunghezza e larghezza
- il tipo di scarpa abitualmente utilizzata sia nella vita quotidiana sia durante l’attività sportiva
- la presenza di disturbi muscolo-scheletrici e la loro localizzazione: più la scarpa è minimalista maggiore sarà lo stress sulle strutture mio-tendine del piede e delle gamba, più la scarpa è massimalista maggiore sarà il carico sul ginocchio, l’anca e la schiena.
La letteratura sconsiglia, invece, di basarsi, considerandole non fondamentali, informazioni come il peso della persona, l’appoggio in supinazione o in pronazione e la distanza in km mediamente percorsa. Stesso discorso vale per le tecnologie proposte dai produttori per il controllo della pronazione o per l’assorbimento del carico. Dagli studi fatti queste tecnologie sono risultate inefficaci nella prevenzione degli infortuni o per migliorare le prestazioni.
Abbiamo, quindi, visto le caratteristiche principali delle scarpe da corsa e la loro influenza sull’appoggio del piede, e quali parametri prendere in considerazione nella scelta. Cerchiamo di riassumere quanto detto e fornire delle indicazioni pratiche:
Scarpe tradizionali o massimaliste, possono essere consigliate a runner che:
- sono abituati a correre con questa tipologia di calzatura
- non lamentano disturbi muscolo-scheletrici
- lamentano problemi acuti, insorti recentemente, al piede, al tendine d’achille o al polpaccio.
non hanno come obiettivo il miglioramento delle prestazioni.
Scarpe minimaliste, sono consigliate ai runner che:
- hanno l’abitudine a correre con questa tipologia di scarpe
- vogliono migliorare le loro performance
- che presentano fastidi cronici, cioè da più di 6 settimane
È doveroso sottolineare come il passaggio da un tipo di scarpa ad un altro va accuratamente studiato e programmato e che deve essere effettuato gradualmente per permettere alle strutture mio-tendinee di adattarsi correttamente.
Per concludere, la scelta delle scarpe rappresenta un elemento fondamentale in quanto influenza l’appoggio del piede e conseguentemente le performance ed eventuali infortuni muscolo - scheletrici. Questo, però, non dipende solo dalla calzatura ma anche da altri aspetti come: la tecnica di corsa, i carichi di allenamento, il riposo e la forza di specifici gruppi muscolari.
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