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presentazione

Lo Studio medico FisioMed , del Dott. Nicola Schettino, effettua trattamenti di Terapia fisica e Riabilitazione per patologie ortopediche, neurologiche, sportive, reumatiche e post-traumatiche


Grazie alla collaborazione con altre figure sanitarie professionali (Fisiatri, Medici dello Sport, Tecnici ortopedici, Medici Ortopedici) lo studio medico Fisiomed è in grado di fornire un servizio a 360 gradi, utilizzando al meglio tutta la competenza e la professionalità del suo staff, in modo che il paziente venga seguito in maniera completa e ristabilito nel minor tempo possibile.

Presso lo studio medico Fisiomed è possibile sottoporsi a Visite specialistiche Ortopediche , grazie alla collaborazione ormai consolidata ,con i migliori Chirurghi ortopedici e professionisti del settore.

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Trattamenti

Grazie alla professionalità e alla competenza dei suoi operatori, lo studio Fisiomed  effettua servizi di Fisioterapia a domicilio che permettono al paziente di ricevere le cure indicate dai medici.

Le terapie domiciliari vengono svolte rispettando piani di recupero personalizzati, al fine di offrire la cura migliore per ogni singolo paziente.

A chi sono rivolte?

Le terapie domiciliari sono rivolte a chi non può raggiungere lo studio, per vari motivi: barriere architettoniche, pazienti allettati, non autosufficienti o con gravi incapacità motorie. Per tale motivo il centro viene incontro a queste esigenze, assicurando tempi di attesa relativamente brevi.

Vogliamo ricordare che i nostri professionisti utilizzano gli stessi apparecchi presenti all’interno del centro.

Quali sono i vantaggi delle terapie domiciliari?

I vantaggi della terapia domiciliare sono:
– comodità (si risparmia tempo e non ci si muove da casa)
– risolve i problemi legati al traffico
– solleva i familiari dal compito di accompagnare il paziente non autosufficiente

Quali sono le terapie che possono essere svolte a domicilio?

Le terapie che possono essere eseguite a domicilio riguardano principalmente la rieducazione motoria, ortopedica e neurologica. Quindi: mobilizzazioni articolari, massaggi, ginnastica posturale, stretching e tanto altro.
Oltre alla terapia strumentale: ionoforesi, elettrostimolazione muscolare, laser e ultrasuoni.

2- ONDE D'URTO

Una nuova terapia contro il dolore

La terapia con onde d’urto è non invasiva ed estremamente efficace su particolari tipi di patologie. L’applicazione di questa terapia comporta tempi relativamente modesti e si esegue in poche sedute. Si è passati nel corso del tempo all’utilizzo pratico di questa metodica sfruttando le potenzialità specifiche degli effetti delle onde d’urto:

  • a livello del passaggio osseo tendineo;
  • a livello delle calcificazioni intramuscolari;
  • a livello delle discontinuità ossee nelle patologie di mancata saldatura dei monconi ossei;

La metodica è di grande utilità nella patologia muscolo-scheletrica in tre specifici ambiti di intervento:

  • nel ripristino dei processi di riparazione ossea ove si registri un ritardo di consolidazione o una evidente pseudoartrosi;
  • nel caso di esiti fibrotici e/o calcifici delle lesioni muscolari, quali strappi e lesioni da schiacciamento o da taglio;
  • nelle patologie tendinee o nelle patologie da sovraccarico, in particolare nelle tendinopatie croniche resistenti ad altre terapie;

La terapia con onde d’urto è controindicata nel caso di infezioni ossee, sulle cartilagini di accrescimento e nei disordini della coagulazione. Inoltre vi sono controindicazioni relative nel caso di tumori ossei, in caso di gravidanze nei portatori di pace-maker.

 

3- La Tecarterapia è la nuova frontiera della fisioterapia, applicata al mondo dello sport professionistico e nel campo del benessere. La tecarterapia rappresenta una svolta rivoluzionaria nella patologia traumatologica non chirurgica, nella patologia osteoarticolare e dei tessuti molli. L’efficacia della tecarterapia si basa sulla possibilità di trasferire energia biocompatibile ai tessuti lesi, inducendo all’interno le cosiddette correnti di spostamento, ripristina la fisiologia tissutale mediante l’ipertermia (incremento della temperatura interna) profonda e l’innalzamento del potenziale energetico delle cellule dei tessuti trattati.

Essa svolge in sintesi tre azioni fondamentali:

  • una immediata ed efficace azione analgesica sulle terminazioni nervose.
  • Un’azione drenante sui tessuti.
  • Una stimolazione funzionale del circolo periferico attraverso l’incremento della temperatura endogena.

La Tecarterapia è in grado di trattare con efficacia e in tempi brevi diverse patologie: patologie dolorose infiammatorie, osteoarticolari e mucolari quali rizoartrosi, epicondilite e epitrocleite, s. del tunnel carpale, s. da conflitto sub-acromiale, fascite plantare, metatarsalgia, cervicalgia, cervicobrachialgia, lombalgia, e lombo sciatalgia. Lesioni traumatiche acute o postumi di fratture. Nel post chirurgico protesico. Medicina estetica (cellulite).E’ controindicata nelle donne in gravidanza nei soggetti portatori di pacemaker, nei soggetti insensibili alla temperatura.

 

4 -LASERTERAPIA

La laserterapia consiste nell’utilizzare, per scopo terapeutico, gli effetti prodotti dall’energia elettromagnetica generata da una sorgente di luce laser.
Gli scopi della laserterapia sono sostanzialmente due: antidolorifico e antinfiammatorio.
L’azione antidolorifica è dovuta all’aumento della soglia della percezione delle terminazioni nervose e dalla liberazione di endorfine.
L’effetto antinfiammatorio è dovuto all’aumento del flusso sanguigno conseguente alla vasodilatazione.
Il laser ad alta potenza arriva ad una certa profondità, fino a 5-6 cm, ed è pertanto indicato nelle patologie muscolo-tendinee o traumatiche articolari. La laserterapia è controindicata nei casi di gravidanza, epilessia e neoplasie.

 

5-RIABILITAZIONE ORTOPEDICA

Fondamentalmente la riabilitazione ortopedica può aiutare tutti coloro che soffrono di problematiche muscolo-scheletriche, quindi a strutture quali

  • tendini (tendiniti, lesioni traumatiche, ecc)
  • muscoli (lesioni muscolari, contratture, affaticamenti, ecc)
  • articolazioni e ossa (distorsioni, lussazioni, fratture, ecc)
  • nervi periferici (infiammazioni del nervo, lesioni traumatiche, ecc)

In questo articolo voglio soffermarmi però solo sulla riabilitazione che si svolge a seguito di un intervento di chirurgia ortopedica.

Infatti, si tratta di una branca della riabilitazione in ortopedia che prevede precisi step ed una particolare attenzione alla personalizzazione del programma di recupero.

 

Le fasi della riabilitazione ortopedica

Quando vieni sottoposto ad un intervento chirurgico di tipo ortopedico, stai solo iniziando un processo che ti porterà alla risoluzione del tuo problema.

Infatti, la collaborazione tra il medico ortopedico ed il fisioterapista è fondamentale per far sì che, a seguito dell’operazione chirurgica, tu possa eseguire una riabilitazione mirata e personalizzata.

A seguito della visita ortopedica probabilmente verrai già informato su quale sarà l’iter da seguire, con le tempistiche previste per il tuo recupero e le varie fasi della riabilitazione.

In ogni caso, devi considerare grosso modo 3 fasi di riabilitazione:

  1. ricovero
  2. trattamento ambulatoriale
  3. mantenimento

Nei prossimi paragrafi te li descriverò meglio.

Ricovero

Rappresenta una fase con durata variabile, in base al tipo di intervento.

Infatti, si va da interventi eseguiti in modalità di day hospital (cioè entri al mattino, vieni operato in giornata, e ritorni a casa entro sera) a interventi che richiedono poi una degenza in ospedale per qualche settimana.

Nel primo caso di solito ci sono gli interventi più semplici e veloci, come la pulizia del menisco in un giovane sportivo.

Quando la degenza è più lunga, invece, di solito si tratta di interventi di protesi di anca o di ginocchio. La riabilitazione post operatoria inizia già in ospedale, allora, e comprende la rieducazione alla deambulazione (prima con le stampelle, poi senza).

Trattamento ambulatoriale

Si tratta della seconda fase del trattamento fisioterapico, che può essere eseguito sia nell’ospedale dove sei stato operato (tramite Servizio Sanitario Nazionale, se previsto dal tuo tipo di intervento), sia presso una struttura di tua fiducia (anche privata).

Normalmente accedi al servizio di riabilitazione ortopedica in modalità ambulatoriale per 2 o 3 giorni alla settimana, ma non ti nascondo che nei casi più complessi (oppure nelle primissime settimane dopo la chirurgia) il numero di sedute settimanali può salire anche a 4 o 5.

 

Proseguimento e mantenimento

Quando sei giunto al completamento del tuo programma di lavoro ambulatoriale, molto probabilmente (questo va valutato da caso a caso, in base al tipo di intervento subito e ai risultati ottenuti con la riabilitazione ortopedica) dovrai fare qualche esercizio di mantenimento a casa (o presso il luogo dove ti alleni, se fai sport).

Per questo, devi essere “istruito” dal tuo fisioterapista affinché tu sappia con esattezza

  • quali esercizi fare
  • in che modalità
  • con che progressione
  • con che frequenza

 

6- RIABILITAZIONE NEUROMOTORIA

La Riabilitazione Neuromotoria è orientata al recupero funzionale dei pazienti con esiti di patologie neurologiche ed ortopediche. Per ciascun paziente viene formulato un progetto, elaborato dal team riabilitativo che, tenendo conto dei bisogni del paziente stesso, delle sue menomazioni, disabilità ed abilità residue, nonché dei limiti imposti dalle situazioni ambientali e dalle risorse disponibili, definisca quali siano gli esiti finali generali desiderati in tempi definiti.

 

La riabilitazione neuromotoria comprende un complesso di attività finalizzate a favorire la comparsa di competenze posturali e motorie alterate dalla patologia di base. Il trattamento neuromotorio:

  • Segue nel tempo il soggetto nel suo sviluppo;
  • Favorisce sempre l’introduzione di nuove stimolazioni finalizzandole al raggiungimento di nuove acquisizioni;
  • Sfrutta le capacità residue del soggetto al fine di ottenere il migliore adattamento possibile.

 

7-Posturale Metodo Mèzieres

Il Metodo Mézières, conosciuto anche con il termine di Riabilitazione Morfologica o Posturale, è una Tecnica di Riabilitazione Individuale elaborata dalla fisioterapista francese Françoise Mézières, la quale, a partire dal 1947, sviluppò questo metodo, avendo individuato la causa di molte asimmetrie posturali e di molti disturbi artrosici, nell’accorciamento delle catene muscolari. Da lì, l’elaborazione dei suoi Principi Fondamentali, riguardanti appunto: la catena muscolare posteriore, il controllo riflesso della postura, i riflessi antalgici, le nozioni di compensazione (iperlordosi, asimmetrie e blocco diaframmatico in inspirazione). Questi principi permettono una riabilitazione individuale ad approccio globale che, attraverso il ripristino della simmetria corporea, favorisce il recupero funzionale del paziente, partendo dalla valutazione della postura, la lettura dei diversi dismorfismi e la morfologia, incentrandosi quindi sulle tecniche e posture da adottare nel campo della patologia ortopedica vertebrale, articolare, muscolare e dismorfica.

Indicazioni

Il Metodo trova applicazione in tutti i problemi di statica e le loro conseguenze, dolorose o indolenti: in ortopedia, in reumatologia, in traumatologia, (salvo nell’immediato post-operatorio), nelle patologie legate alle pratiche sportive, negli squilibri neurovegetativi che hanno provocato per via riflessa una grave perturbazione della statica, alcuni problemi digestivi o cardiaci legati alla disfunzione del diaframma, la maggior parte dei problemi respiratori e circolatori di origine meccanica o neurovegetativa, le disfunzioni della sfera urogenitale del postpartum, alcuni problemi neurologici e loro conseguenze sulla statica.

A cosa serve il Metodo Mézières

Il metodo è molto efficace in caso di mal di schiena, dolori articolari, dolore cervicale, nevralgia. Ottimo anche in caso di dolori reumatici, rigidezza articolare, disturbi circolatori. Migliora la postura a livello globale.

Si lavorano molto le tensioni muscolari che hanno anche componente emotiva o derivano da schemi motori abituali ed erronei da un punto di vista di armonia e funzionalità posturale.

 

 8-ULTRASUONI

Gli ultrasuoni sono onde acustiche di frequenza superiore alla capacità delle persone di udire i suoni.

L’orecchio umano percepisce suoni compresi in determinate frequenze. La frequenza di un suono dà una misura dell’onda che lo genera e si misura in Hertz (abbreviato Hz): 1 Hz equivale a un’onda che fa un ciclo al secondo (ossia si ripete ogni secondo). Gli esseri umani percepiscono come suoni le onde con frequenze comprese tra 20 Hz e 20000 Hz.

Gli ultrasuoni generalmente si diffondono nei materiali, compresi i tessuti biologici. Per meglio immaginare la propagazione di un’onda sonora basta pensare alla modalità con cui un’onda si propaga nell'acqua: gettando un sasso in uno stagno le onde saranno visibili come cerchi che si allargano a partire dal punto in cui il sasso tocca l’acqua.

La velocità di propagazione degli ultrasuoni dipende dalla densità del mezzo attraversato: sono più lenti nell'aria o nei gas, più veloci nei solidi. Ad esempio, gli ultrasuoni attraversano il corpo umano con una velocità media di 1540 metri al secondo (m/s).

Come per altri tipi di onde che viaggiano in un mezzo, anche per gli ultrasuoni si verifica una diminuzione dell’intensità durante il loro spostamento attraverso il corpo umano. L’attenuazione del fascio di ultrasuoni è legata anche alla diversa densità dei tessuti (osso, grasso, muscolo) che un fascio di ultrasuoni incontra nell'attraversare un essere vivente. Quando un fascio di ultrasuoni attraversa due tessuti diversi si verificano inoltre fenomeni di riflessione dell’onda (eco) proprio sulla superficie che divide i due tessuti. Misurando il tempo necessario perché questa “eco” del fascio di ultrasuoni torni verso il punto da cui era partito il fascio di ultrasuoni (ad esempio la sonda di un apparecchio ecografico) si può stimare la profondità a cui si trova la superficie che ha generato l’eco. Si può facilmente intuire come questa caratteristica consenta di ricostruire anche la forma di una superficie ed avere quindi una immagine cosiddetta “ecografica”.

Applicazioni degli ultrasuoni in medicina

L’impiego degli ultrasuoni in campo medico è molto ampio: dall'utilizzo per accertare (diagnosticare) malattie o l’origine di un disturbo (ecografie, flussimetria, doppler) alla terapia (la chirurgia ablativa tramite ultrasuoni focalizzati ad alta intensità, HIFU, la litotrissia, utilizzata per il trattamento della calcolosi urinaria, la terapia fisica utilizzata per la riabilitazione corporea, sono alcuni esempi).

L’applicazione più diffusa e più nota degli ultrasuoni in medicina è l’ecografia diagnostica. La combinazione di alta frequenza (che ne limita la propagazione in aria) e limitata intensità rende questa metodica priva da rischi per gli operatori che la eseguono ed estremamente sicura e affidabile anche per le persone che vi si sottopongono. È una delle tecniche diagnostiche più diffuse.

Oltre alle applicazioni mediche, gli ultrasuoni, per questa loro caratteristica, sono utilizzati anche per ottenere informazioni sulla struttura interna di manufatti, costruzioni, strutture geologiche e altro ancora, misurandone le variazioni di intensità. Si pensi, per esempio, al sonar utilizzato in campo navale e a molti sistemi di controllo che grazie alle caratteristiche degli ultrasuoni forniscono informazioni senza danneggiare le strutture o i materiali che si stanno analizzando.

Alcune applicazioni terapeutiche degli ultrasuoni sfruttano invece un’altra loro caratteristica: la possibilità di rilasciare energia (onda d’urto) in un punto specifico. Ne è un esempio la litotripsia extracorporea ad onde d'urto che viene utilizzata per ridurre le dimensioni dei calcoli renali; oppure, la possibilità di focalizzare gli ultrasuoni in un punto per produrre un innalzamento della temperatura tale da necrotizzare i tessuti tumorali e distruggerli. È il caso della chirurgia ablativa tramite ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU) che consente di trattare malattie tumorali come il tumore alla prostata o i fibromi uterini.

Riscaldamenti più modesti dei tessuti, indotti tramite ultrasuoni non focalizzati a più basse intensità, sono invece utilizzati in fisioterapia per riparare le fratture ossee e le lesioni dei tendini o per il trattamento delle cicatrici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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