Il tunnel Carpale - Diagnosi - Rimedi

Staff Fisioterapia Online

Il tunnel carpale è una patologia molto frequente che colpisce soprattutto le donne, della popolazione caucasica, in età compresa tra i 45 e i 60 anni.

Tale sindrome è il risultato, molto spesso, dell'azione di diverse cause scatenanti e, per questa ragione, possiamo considerarla come una patologia multifattoriale.

I sintomi del tunnel carpale

I sintomi, correlati principalmente al dolore che il paziente prova a livello del polso e della mano, tendono a progredire nel tempo e a divenire più marcati nelle ore notturne. Pertanto, nel caso si avesse il sospetto di un tunnel carpale, mono o bilaterale, è necessario allertare il medico e attendere un suo responso. Ma di cosa si parla precisamente? Come si effettua la diagnosi? Quali rimedi e cure esistono attualmente? Per rispondere a tutti questi quesiti, abbiamo redatto una chiara e semplice guida, al fine di esporre tutto ciò che c'è da sapere riguardo il tunnel carpale

Tunnel carpale: di cosa parliamo?

La sindrome del tunnel carpale è una patologia neurologica che colpisce il polso e la mano, causando dolore, formicolio e difficoltà motorie. Tutti questi sintomi sono collegati ad un sofferenza del nervo mediano che, all'interno del polso, transita in una struttura definita proprio ''tunnel carpale''. Il tunnel, quindi, è un compartimento anatomico costituito da ben nove tendini dei muscoli della mano, all'interno del quale decorre il nervo mediano. Per quale motivo si avvertono questi sintomi?

Alla base della patologia vi è uno schiacciamento o una compressione ai danni della porzione del nervo mediano che transita all'interno del tunnel carpale (ecco spiegato il motivo per cui si può chiamare questo disturbo semplicemente con il nome di ''tunnel carpale''). Lo schiacciamento è dovuto ad un restringimento del tunnel in conseguenza, principalmente, ad un ispessimento delle strutture muscolo-connettivali. Essendoci meno spazio, questi tessuti premono sul nervo mediano, determinando l'insorgenza della sintomatologia. I principali fattori di rischio correlati alla sindrome del tunnel carpale sono:

  • la predisposizione anatomica: è più facile che la sindrome si verifichi in quelle persone che possiedono un tunnel meno spazioso;
  • il sesso: le donne sono più colpite anche se non vi è ancora chiarezza sui motivi per cui vi sia questa predisposizione;
  • la storia familiare: gli studiosi hanno osservato una certa ereditarietà nella trasmissione della patologia;
  • le malattie sistemiche: il diabete, l'obesità, l'artrite reumatoide o l'ipotiroidismo, secondo alcune osservazioni, sarebbero in grado di favorire l'insorgenza della sindrome;
  • i traumatismi: infortuni o traumi a carico del polso determinano un'alterazione della conformazione anatomica del tunnel, favorendo l'instaurarsi dell'affezione;
  • attività e lavori manuali: anche se non ci sono prove schiaccianti, si ritiene che il ripetere determinati movimenti costituisca un fattore di rischio. Il principio alla base è che, l'allenamento di alcuni muscoli, porti ad una compressione del nervo mediano dovuta proprio al maggiore volume dei muscoli stessi. Tra le attività ''incriminate'' troviamo il suonare uno strumento, l'uso prolungato per tante ore consecutive del pc e il lavorare con strumenti vibranti (come il martello pneumatico, ad esempio). 

La sindrome del tunnel carpale: diagnosi

La diagnosi della sindrome del tunnel carpale può essere effettuata attraverso un'attenta valutazione da parte del medico. Infatti, quest'ultimo, servendosi dei dati dell'esame obiettivo (ovvero delle informazioni raccolte durante la visita) e con la valutazione della storia clinica e familiare del paziente, può immediatamente sospettare la presenza di questa affezione. Talvolta, però, per avere delle conferme, si ricorre all'impiego di alcuni esami strumentali o di laboratorio, fugando qualsiasi dubbio in merito. Durante la visita, il medico valuta la funzionalità del polso e della mano e, palpandoli, ne saggia anche la dolorabilità. Compie anche una valutazione riguardo la forza che la mano possiede nella presa. Se il paziente presentasse dolore, formicolio e avesse delle funzionalità ridotte, allora il medico potrebbe già sospettare la presenza della sindrome del tunnel carpale. Inoltre, egli dovrà fare delle ulteriori indagini (sullo stile di vita, l'attività lavorativa, gli hobby...) al fine di individuare la possibile causa scatenante. Gli esami di approfondimento servono non solo a confermare la diagnosi ma anche a fornire ulteriori informazioni circa la causa alla base della sindrome neurologica. Ad esempio, effettuando delle analisi del sangue è possibile individuare l'eventuale presenza del diabete mellito, dell'artrite reumatoide o della gotta e, dunque, di impostare un trattamento terapeutico su più fronti. La radiografia, invece, la si somministra ai quei pazienti che hanno subito dei traumi all'articolazione; le immagini ai raggi X chiariscono la condizione delle ossa implicate e se, a causa del trauma subito, possono aver alterato la morfologia del tunnel carpale. 

I rimedi attualmente disponibili per il tunnel carpale

Il trattamento del tunnel carpale è strettamente legato alla gravità della patologia; in pratica, laddove ci si trovasse in una condizione in cui i sintomi sono tollerabili si procede con una terapia conservativa ma, nel caso in cui la situazione fosse insostenibile per via dei dolori e della scarsa funzionalità articolare, bisognerebbe intervenire chirurgicamente. Ovviamente, nel caso in cui venisse riscontrata una patologia responsabile dell'insorgenza della sindrome del tunnel carpale, sarà necessario integrare una terapia ad hoc, per contrastare i suoi effetti negativi. La cosiddetta terapia conservativa prevede l'utilizzo di un tutore, soprattutto nelle ore notturne, allo scopo di ridurre i sintomi dolorosi e mantenere nella posizione corretta il polso affetto. Tuttavia, i benefici legati all'uso del tutore possono rivelarsi lenti ed insoddisfacenti. Per questo motivo, è necessario aiutarsi con degli impacchi di ghiaccio e con l'assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (i famigerati FANS).

Tuttavia, queste sono indicazioni che solo il medico può dare; egli, essendo in grado di valutare lo status della patologia, decide quale sia la strategia migliore da adottare. La seconda possibilità a disposizione per contrastare la sindrome del tunnel carpale è offerta dalla chirurgia. Nei casi più gravi, ovvero quelli che si protraggono da più di 8 mesi con sintomi importanti, la chirurgia rappresenta l'unica strada percorribile. Oggigiorno, grazie allo sviluppo di nuove tecniche, questo intervento è diventato di routine. La logica dell'operazione è quella di ripristinare la morfologia corretta del tunnel, andando a rimuovere tutti gli elementi che vanno a comprimere il nervo mediano. Inoltre, la riabilitazione garantisce, in tempi molto brevi, di tornare ad utilizzare l'articolazione operata senza grosse difficoltà. 

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