Tendinosi, tendinite e tendinopatia qual è la differenza?

La tendinosi è una degenerazione della normale struttura tendinea che causa sofferenza di un tendine. In generale, il suffisso “-osi” indica un processo di degenerazione e di lesione di una particolare struttura (es. artrosi, nefrosi, ecc.), che spesso causa cronicità. Essendo cronica, la guarigione sarà lunga e ci vorranno diversi mesi di riabilitazione.

La tendinite è un processo infiammatorio a carico del tendine, acuto e causa forte dolore. In generale, il suffisso “-ite” indica una patologia che ha caratteristiche infiammatorie (es. artrite, polmonite, ecc.). Spesso si può manifestare con un gonfiore nella zona del tendine, calore e lieve arrossamento, indici che è in corso un’infiammazione. La riabilitazione sarà concentrata sul togliere l’infiammazione in una prima fase e riportare poi il tendine ad un corretto funzionamento.

Quindi la differenza principale tra i due termini è che il primo indica una degenerazione del tendine, che ha un andamento cronico; la seconda un’infiammazione a danno del tendine, che invece è acuta.

E la tendinopatia?

La tendinopatia è  il termine generico che si usa per indicare un dolore tendineo persistente e la perdita di funzione del muscolo di cui il tendine fa parte. Questa definizione pone attenzione sul dolore che il paziente sente e il movimento che non riesce a fare correttamente. Ciò non implica la presenza di un preciso processo patologico, come infiammazione o degenerazione, rispettivamente indicatori di tendinite e tendinosi.

Uno dei motivi alla base della tendinopatia è dovuto al fatto che, per anatomia, l'afflusso di sangue nei tendini è scarso, oltre al fatto che sono strutture soggette a numerose sollecitazioni, che oltre una certa soglia possono determinare micro-lesioni.

Cosa fare?

In tutti i casi la via migliore è il trattamento conservativo, ovvero fisioterapia: l’intervento chirurgico è da prendere in considerazione solo in casi molto gravi.

In caso di infiammazione è utile applicare impacchi di ghiaccio sulla zona dolorosa per alcuni giorni, e se il dolore è molto forte è indicato consultare il medico per assumere farmaci antinfiammatori. Il riposo dall’attività sportiva in una fase acuta è necessario Ciò significa ridurre il carico e gli sforzi, ma non immobilità completa: il paziente deve modificare, per il momento, le attività che generano carichi eccessivi e aggravano i sintomi, restando sempre attivo e mantenendo un dolore tollerabile e controllato. Per questo è necessario elaborare un percorso di esercizio terapeutico progressivo con il fisioterapista: gli esercizi in isometria possono essere utili nelle fasi acute per ridurre il dolore, l’esercizio eccentrico invece va introdotto in una fase successiva dosando carico, velocità e frequenza.

Infine in alcuni tipi di tendinopatie può essere utile l’impiego di tutori o plantari correttivi per il ritorno all’attività sportiva.

 

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