Specializzato in osteopatia, Master Universitario in Scienze Osteopatiche Pediatriche
Danno chiropratico zona inguinale
Buongiorno,
10 anni fa mi fecero una manovra chiropratica facendomi sdraiare su un lettino con le alette laterali alzate all’altezza dell’anca e, con tutto il suo peso, il chiropratico si buttò sulla mia anca mandandola in giù. A quel punto sentii come se un elastico/tendine/legamento fosse scattato sotto il pube. Da allora ho pubalgia, tendinopatia, e questo mi sta causando una rotazione verso dietro del bacino e quindi ho disturbi al piede/ginocchio/spalla infiammati e con versamento.
Io ho fatto ecografia al bacino... ma nessuno mi ha mai fatto fare risonanza inguinale. Oltretutto ho ileopsoas e tendine lato manovra anca infiammato. Non so come uscirne, mi sembra un incubo. Potreste darmi consigli?
Grazie.
Buongiorno,
mi dispiace molto per il lungo percorso che ha affrontato e capisco perfettamente quanto possa essere frustrante convivere con un dolore cronico, soprattutto se scatenato da un evento traumatico ben preciso.
Da quello che descrive, è possibile che la manovra subita abbia determinato un’alterazione biomeccanica importante a livello della pelvi e delle catene muscolari correlate, in particolare l’ileo-psoas e gli adduttori, che spesso sono coinvolti nella cosiddetta pubalgia cronica. Inoltre, quando il bacino perde il suo equilibrio funzionale, può innescare una catena disfunzionale che coinvolge anche ginocchia, piedi e spalle, come ha descritto bene lei.
Tuttavia, per darle indicazioni serie e utili, servirebbe un inquadramento più approfondito, perché:
l’ecografia da sola non è sufficiente a valutare alcune strutture profonde come il legamento inguinale o eventuali conflitti articolari;
una risonanza magnetica inguinale e pelvica può essere utile, soprattutto per escludere ernie occulte o patologie muscolotendinee croniche;
è importante valutare globalmente la postura, i compensi e la dinamica del bacino, non solo il punto dolente.
Il mio consiglio? Rivolgersi a un professionista che possa fare una valutazione funzionale completa, integrando:
test ortopedici specifici (anche per la sinfisi pubica e le articolazioni sacroiliache);
valutazione della catena miofasciale anteriore e dell’equilibrio pelvico;
esame del passo e del carico;
eventuale indicazione a esami radiologici mirati.
Dal punto di vista terapeutico, l’approccio più efficace nei casi come il suo è spesso combinato:
terapia manuale mirata per decongestionare le strutture coinvolte e migliorare la mobilità del bacino;
esercizi terapeutici personalizzati, in particolare per stabilizzare la pelvi e rinforzare iliopsoas/adduttori/trasverso dell’addome;
eventualmente terapia fisica (come la TECAR) per modulare l’infiammazione nei tessuti molli.
Non è una situazione semplice, ma non è nemmeno senza soluzioni: con il giusto percorso, si può ridurre il dolore, migliorare la biomeccanica e tornare a una buona qualità di vita.
Cordialità
Dr Marco Paonessa
Fisioterapista specializzato in osteopatia