Il dolore pelvico è localizzato nella regione pelvi-perineale, sia maschile che femminile. La zona interessata comprende la cavità del bacino e gli organi ed i tessuti che quest’ultima contiene. La sindrome del dolore pelvico ha ripercussioni sia a livello fisico che psicologico. Vi è infatti un impatto negativo sulla sfera cognitiva, comportamentale, sessuale ed emotiva che peggiora, in modo rilevante, la qualità della vita. Per tale motivo è importante non sottovalutare il problema e agire tempestivamente. E’ stato riscontrato che in molti casi la fisioterapia rappresenta una valida soluzione terapeutica in grado di ridurre/eliminare il dolore pelvico e di restituire ai pazienti il recupero di tutte le loro funzioni.
INDICE DELL'ARTICOLO
DOLORE PELVICO O CRONICO
CAUSE DEL DOLORE PELVICO
I SINTOMI ASSOCIATI
RIMEDI DELLA FISIOTERAPIA
Dolore pelvico acuto e cronico
A seconda del modo con cui insorge il dolore pelvico si classifica come:
- Acuto: il dolore si manifesta in modo improvviso e scompare quando viene rimossa la causa scatenante
- Cronico: il dolore compare in modo graduale e non è possibile risalire ad una causa specifica da eliminare. Per tale motivo si parla di Sindrome del dolore pelvico acuto, CPPS (Chronic Pelvic Pain Syndrome), la denominazione è stata fornita dall’International Continence Society. Il dolore è persistente o ricorrente ed ha una durata di almeno 6 mesi.
Quali sono le cause del dolore pelvico?
Vi sono quattro tipologie di cause: gastrointestinali, genito-urinarie, muscolo-scheletriche, nervose, psicologiche.
1. Cause gastrointestinali
Solitamente le cause gastrointestinali originano dolore pelvico acuto. Tra le principali vi sono:
- Stipsi: quando la stitichezza perdura per più di 3 giorni è possibile che si manifesti un dolore a livello addominale e pelvico
- Infiammazioni intestinali croniche: come ad esempio il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa
- Perforazione intestinale
- Sindrome del colon irritabile
- Occlusione intestinale
- Tumore del colon rettoI
- Infezioni gastroenteriche
- Appendicite
2. Cause genito-urinarie
Interessano sia gli uomini che le donne:
- Affezioni del tratto urinario come: cistiti, pielonefrite etc
- Malattie sessualmente trasmissibili: gonorrea, sifilide e clamidia
- Ernia inguinale
- Colica renale
- Peritonite
Vi sono poi patologie esclusivamente maschili come: la prostatite, uretrite e cancro della prostata. Tra quelle tipicamente femminili rientrano invece: il cancro al collo dell’utero, clamidia, cisti ovariche, endometriosi, gravidanza ectopica, malattia infiammatoria pelvica, tumore all’ovaio.
3. Cause muscolo-scheletriche e nervose
Tra le cause muscolo-scheletriche più comuni vi sono gli stiramenti muscolari e le lacerazioni muscolo-fasciali a livello inguinale, pubico, perineale (zona compresa tra i genitali esterni e l’ano). Tra le cause nervose vi è principalmente la nevralgia del pudendo, che interessa la zona inferiore della pelvi.
4. Cause psicologiche
Chiudono il cerchio delle cause del dolore pelvico quelle di origine psicogena. Disturbi come l’ansia e la depressione possono amplificare la sensazione di tensione/fastidio e provocare un dolore cronico. In alcuni casi il dolore pelvico può essere espressione di una somatizzazione o la conseguenza di abusi sessuali e/o psichici.
I sintomi associati
Il dolore pelvico è ovviamente il sintomo principale che può presentarsi con caratteristiche diverse. Ad esempio la gravità del dolore può variare: si può manifestare un leggero fastidio/tensione o un dolore intenso. Può presentarsi in forme acute o croniche. A seconda della causa che origina il dolore pelvico possono presentarsi altri sintomi come: nausea e vomito, crampi addominali, gonfiore addominale, difficoltà nell’urinare e febbre.
I rimedi proposti dalla fisioterapia
Circa l’85% dei soggetti con dolore pelvico presentano disfunzioni muscolo-scheletriche. Si verifica nella maggior parte dei casi un ipertono della muscolatura del pavimento pelvico, addominale e lombare che scatena il dolore. La fisioterapia attraverso i suoi strumenti mira a rendere i pazienti consapevoli del proprio pavimento pelvico, a controllare le sinergie per favorire una corretta percezione dell’area pelvica e soprattutto mira ad interrompere il circolo vizioso ipertono-dolore. Gli strumenti che utilizza sono:
- l’esercizio terapeutico
- le terapie fisiche
- la terapia manuale
Per esercizio terapeutico si intende il movimento del corpo o di una parte di esso al fine di alleviare i sintomi o migliorare una funzione. I problemi a livello funzionale della muscolatura pelvica dipendono spesso da una scarsa conoscenza e consapevolezza di quest’area. Con l’esercizio terapeutico il fisioterapista mira a far apprendere ai pazienti gli automatismi sfintero-perineali e a migliorare la conoscenza della zona pelvica. L’esercizio terapeutico si compone di 3 fasi:
1. Fase di apprendimento dell’attività muscolare del pavimento pelvico: vengono utilizzate strumentazioni in grado di registrare l’attività muscolare con il fine di migliorare la percezione del pavimento pelvico. Il paziente impara a contrarre o rilassare soltanto i muscoli del pavimento pelvico
2. Fase di modificazione: il paziente impara una serie di esercizi specifici per allenare questa muscolatura
3. Fase di automatizzazione: il fisioterapista insegna al paziente ad utilizzare quanto ha appreso durante il percorso per gestire i momenti in cui il dolore pelvico si presenta. Attraverso la ripetizione dell’esercizio, l’utilizzo diventa automatico.
Per quanto concerne le terapie fisiche quella maggiormente utilizzata è l’elettroterapia. I trattamenti sono molteplici, tra i tanti segnaliamo in questo campo la TENS. Si tratta di un’elettrostimolazione con impulsi analgesici a basso voltaggio. Infine vi è la terapia manuale che consiste in mobilizzazioni, tecniche di normalizzazione del tessuto miofasciale e nel trattamento dei trigger points (punti di dolore). La terapia manuale viene utilizzata per ridurre il dolore e allungare i tessuti contratti per favorire il rilassamento della zona interessata dal dolore pelvico.